Noruz. Il Capodanno persiano. Il 21 marzo, primo giorno di Primavera, e` iniziato l’anno iraniano numero 1385. La simbologia e le questioni interculturali legate al calendario persiano.
La Persia è da sempre un Paese con una fortissima identità culturale. Una delle forme con cui si manifesta questa identità nazionale millenaria è il calendario ed in particolare le festività popolari cariche di simbologie antiche che contraddistinguono il capodanno: il 21 marzo. Sul calendario astronomico iraniano Buon Giorno Teheran ha già pubblicato lo scorso anno un articolo di Giuseppe Piccinotti (vedi BGT n.14). Quest'anno, nell'augurare a tutti i lettori un felice anno nuovo, BGT vuole sottolineare su due aspetti: la simbologia del Noruz ed i piccoli problemini interculturali per chi, come tutti noi, è chiamato ad utilizzare contemporaneamente due calendari diversi.
Come in Italia a Natale si fa il presepe e si addobba l'albero, così in Iran praticamente tutte le famiglie addobbano un
tavolo, che chiamano: 7 (Haft) Sin – le sette esse- con sette simboli del nuovo anno il cui nome in persiano inizia con la lettera esse (Sin, appunto). Il simbolo forse più appariscente sono tuttavia i pesciolini rossi (mahi ghermes), che non vengono peraltro contati tra i “sette”. Prima del capodanno tutti i negozi espongono delle vasche piene di pesciolini rossi in vendita e i pesciolini rossi compaiono sui cartelloni pubblicitari ed i disegni murali. Ogni mamma compra quindi al suo bambino un pesciolino da tenere sul tavolo apparecchiato con le sette “S” per il Noruz. Il pesciolino nell’acqua rappresenta la vita e la fluidita`.
Venendo ai 7 simboli, il piu` forte e` senza dubbio il sabseh, un piattino con dei verdissimi germogli di grano che intuitivamente rappresenta il risveglio della natura che arriva con la Primavera ed il nuovo anno. Vi sono poi il piattino con delle monete –come augurio di ricchezza per il nuovo anno- , frutta secca, mele, spezie ecc. Il numero delle cose che iniziano per S in verta` supera spesso il numero di 7, ma il 7 resta nel nome poiche` anche i numeri hanno una simbologia. Da ultimo, sul tavolo imbandito vi e` anche uno specchio, poiche` lo specchio (motivo ricorrente nell’architettura persiana) riflette l’anima.
L'aspetto che in Italia si fa un po' fatica a recepire del Noruz iraniano è che - un po' come a ferragosto da noi - il capodanno è anche un periodo di vacanza ed è quindi praticamente quasi tutto chiuso. Le vacanze durano per ben 13 giorni. Chi viene per lavoro fatica a trovare interlocutori, gli uffici pubblici chiudono ed anche i giornali non escono. Il lato positivo è che il proverbiale terribile traffico stradale di Teheran scompare e per qualche giorno si può circolare e visitare la città in santa pace.
Sul lavoro, il fatto che il calendario iraniano sia diverso dal nostro crea qualche piccolo problema nelle statistiche annuali, nonche` di traduzione delle date e dei giorni. Visto che l’anno iraniano inizia a marzo, i bilanci annuali riportati nei documenti occidentali risultano a cavallo di due anni. I dati statistici del 1384 persiano, ad esempio, diventano i dati per il 2005/2006 occidentale.
La settimana iraniana infine, non inizia il lunedì, ma il sabato (shanbeh) e si contano poi i giorni successivi numerandoli di seguito sul sabato: domenica? Uno shambeh (yek shambeh). Lunedì? Due shambeh (do shambeh) ecc. - un po' come da noi in Europa fanno i portoghesi - fino al venerdì, il giorno della preghiera che ha un nome suo: jamé. Giorno, mese ed anno nei due calendari quindi non coincidono. Come si fa allora con gli appuntamenti e gli impegni? Facilissimo: basta comperare una qualsiasi agenda iraniana che riporti i due sistemi. Visto che il calendario iraniano è solare come il nostro, la conversione è regolare. Infondo grazie alle agende la conversione è talmente facile che quasi nessuno degli italiani che vivono in Persia sente il bisogno pratico di imparare il calendario iraniano.