WASHINGTON - I cinque paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu (Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Russia e Cina), più la Germania, riuniti ieri in serata a Mosca per discutere del controverso programma nucleare iraniano, non hanno raggiunto un accordo sui passi da compiere. Lo ha annunciato a Washington il dipartimento di stato Usa.
Il portavoce Tom Casey ha riferito che il sottosegretario di stato americano Nicholas Burns aveva perorato "la necessità di sanzioni" contro Teheran, ma che non era stata presa nessuna decisione e le discussioni continueranno.
Secondo Casey, comunque, i "5+1" si sono trovati d'accordo sul fatto che "l'Iran ha superato i limiti fissati dalla comunità internazionale" e sulla "necessità di trovare i mezzi diplomatici affinché l'Iran rispetti i suoi obblighi internazionali".
SDA-ATS
Roma, 18 apr. (Apcom) - Prodi "deve immediatamente correggere l'apertura di credito data al buio nei confronti di Hamas".
Lo chiede in una nota Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia. ""Le dichiarazioni rese da Hamas di fronte al gravissimo attentato kamikaze a Tel Aviv e l'aperto sostegno dato ad esso dall'Iran - commenta Cicchitto - sono fatti gravissimi, destinati a conseguenze ancora più gravi ma non sorprendono chi conosce la natura di questo movimento che combina insieme la teorizzazione e la pratica del terrorismo con un'azione 'caritatevole' sul territorio palestinese volta a smontare l'insediamento politico-elettorale di Al Fatah in crisi per la sua crescente corruzione".
"E' evidente - prosegue l'esponente azzurro - che questo contesto richiede una politica estera assai attenta quale quella impostata dal governo Berlusconi in stretto collegamento con Israele ma anche con Abu Mazen e con gli stati arabi moderati. Già su questo delicatissimo punto di politica estera Prodi ha trovato modo di commettere un errore così grave al limite della gaffe per cui deve immediatamente correggere l'apertura di credito data al buio nei confronti di Hamas. Questa esigenza - conclude - vale sia se egli sarà il leader della maggioranza sia se sarà il leader dell'opposizione".
ROMA - Nuovo record assoluto per il petrolio, che ha ormai sfondato quota 72 dollari: a Londra il brent è stato scambiato infatti a 72,04 dollari il barile, 58 centesimi in più rispetto alla chiusura di ieri.
Massimo storico anche a New York, dove il greggio ha toccato i 70,86 dollari, un centesimo oltre il record raggiunto a fine agosto dell'anno scorso.
A pesare sulla corsa ormai inarrestabile del prezzo del greggio sono, secondo gli analisti, diversi fattori: l'escalation di tensioni fra Occidente ed Iran sul programma nucleare intrapreso da Teheran; l'acuirsi delle tensioni in Nigeria; i timori che le scorte statunitensi siano insufficienti a fronteggiare la domanda estiva. Ma naturalmente sullo sfondo resta il dubbio di dinamiche speculative.
L'OPEC
Intanto l'Opec - pur ammettendo un prezzo troppo alto - sembra avere le mani legate: sta già pompando al massimo e non puٍ mettere sul mercato quantità aggiuntive. Il Cartello manterrà con ogni probabilità - ha assicurato il ministro del petrolio del Qatar, Abdullah al-Attiyah - gli attuali livelli per tutto il 2006, cercando cosى di non gonfiare ulteriormente le quotazioni del greggio. "Credo che i prezzi siano oggi troppo alti - ha detto - ma non c'é nulla che possiamo fare. Stiamo già producendo al massimo e, con la domanda a questi livelli, credo che manterremo le attuali condizioni per tutto l'anno".
LE TENSIONI GEOPOLITICHE
Gli analisti puntano il dito soprattutto sulle tensioni geopolitiche in Iran e sull'escalation di violenza in Nigeria per spiegare il caro-greggio. "La situazione iraniana non sta migliorando. Il prodotto interno lordo cinese sta crescendo ad un ritmo del 10% e quindi la domanda di greggio si mantiene elevata", ha spiegato Michael Fitzpatrick, analista della Fimat Usa, sottolineando che le dichiarazioni del presidente iraniano Ahmadinejad continuano ad accrescere i timori che la situazioni in Medio Oriente possa peggiorare. "Ha offerto 50 milioni di dollari ad Hamas", ha aggiunto. Secondo Nauman Barakat, analista della Macquarie, oltre all'Iran ed alla Nigeria, la causa del caro-greggio va cercata anche nell'andamento delle scorte americane, anche per l'entrata in vigore di nuove norme. Il rialzo delle ultime settimane sembra destinato a non rientrare nel breve termine, visto che le tensioni geopolitiche con Teheran non appaiono di facile soluzione. Ad alimentare la corsa è soprattutto il timore che l'Iran, quarto produttore al mondo di greggio, decida di ridurre le proprie esportazioni per sfidare l'Occidente. ansa
Un funzionario delle Guardie della Rivoluzione: «Siamo pronti a colpire obiettivi sensibili americani e britannici»
di FULVIO CALIGIURI TEHERAN — Teheran sta intensificando gli sforzi per ottenere illegalmente tecnologia militare negli Stati Uniti mentre sale la tensione internazionale sul programma nucleare iraniano.
Lo scrive il Washington Post, aggiungendo che vi è preoccupazione per un possibile attacco iraniano contro truppe americane o alleate in Iraq, se gli Stati uniti condurranno un'operazione militare contro impianti nucleari iraniani. Un intero battaglione di volontari pronti ad azioni suicide contro obiettivi americani e britannici è stato intano formato in Iran, ha scritto il «Sunday Times». Funzionari iraniani affermano che i futuri kamikaze addestrati sono 40.000. L'Unità speciale degli aspiranti al martirio fa parte dei reparti d'élite delle Guardie della Rivoluzione. Il mese scorso ha partecipato per la prima volta a una parata militare: i suoi membri indossavano un'uniforme verde oliva con una cintura esplosiva e brandivano in mano un detonatore. «Siamo pronti a colpire obiettivi sensibili americani e britannici se verranno attaccati impianti nucleari iraniani», ha dichiarato in un discorso Hassan Abbasi, capo del Centro dottrinale di Studi strategici delle Guardie della rivoluzione, aggiungendo che 29 obiettivi sono già stati identificati. Alcuni «sono molto vicini» al confine iraniano in Iraq. I volontari che si presentano ai centri di reclutamento devono mostrare il certificato di nascita, dare prova della loro abilità e specificare se intendono immolarsi contro un obiettivo israeliano o uno americano in Iraq. Intanto l'Iran ha ribadito che non sospenderà le sue ricerche per l'arricchimento dell'uranio e ha ammonito i cinque membri permanenti dell'Onu (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia), oltre alla Germania a «non ripetere gli errori del passato», quando si riuniranno oggi a Mosca per decidere come procedere sul dossier iraniano. Il capo negoziatore della Repubblica islamica, Ali Larijani, citato ieri dall'agenzia ufficiale Irna, ha affermato che «uno di questi errori è stata la dichiarazione di Londra» emessa dal gruppo dei cosiddetti «5+1» il 30 gennaio scorso nella quale si annunciava la decisione di riferire il caso per informazione al Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Questo organismo ha dato tempo all'Iran fino al 28 aprile per sospendere tutte le attività legate all'arricchimento, compresa la ricerca, ma Teheran ha detto che non accoglierà la richiesta. I «5+1», ha affermato Larijani, dovrebbero «creare un'atmosfera in cui la porta del dialogo costruttivo rimanga aperta», perché l'Iran è «pronto a raggiungere una soluzione saggia attraverso colloqui costruttivi». Il responsabile iraniano, che è a capo del Supremo consiglio per la sicurezza nazionale, ha però ribadito il rifiuto ad accogliere l'invito del Consiglio di Sicurezza per la sospensione delle attività di ricerca: «Perché dovremmo sospenderle? Continueremo le nostre attività con pazienza», ha detto. La stessa affermazione è stata fatta dall'ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, durante una visita in Kuwait, che come altri Paesi del Golfo è preoccupato per una possibile escalation militare della crisi. «Siamo sicuri - ha detto Rafsanjani - che gli americani non entreranno in un tale impiccio, ma se l'Iran sarà oggetto di un'aggressione (...) allora la guerra avrà le sue conseguenze». Conseguenze, ha aggiunto, che toccherebbero «non solo la Repubblica islamica, ma la regione e tutti». Per ultimo, l'Iran ha annunciato ieri di aver donato 50 milioni di dollari al governo palestinese guidato da Hamas per aiutarlo a far fronte alla grave crisi finanziaria dovuta alla sospensione degli aiuti diretti dell'Unione europea e degli Stati Uniti all'Autorità nazionale palestinese. «Il governo della Repubblica islamica invita tutti i paesi ad aiutare la nazione e il governo palestinesi e rende noto di aver assegnato 50 milioni di dollari agli aiuti destinati al governo e al popolo palestinesi», ha dichiarato il ministro degli esteri Manuchehr Mottaki. E dopo l'Iran anche il Qatar: il governo di Doha ha annunciato lo stanziamento di aiuti per 50 milioni di dollari (identica cifra) destinati al governo palestinese guidato da Hamas, rimasto a corto di finanziamenti dopo il boicottaggio degli Stati Uniti e dell'Unione Europea.
MOSCA (Reuters) - Gli Stati Uniti oggi chiederanno alle altre potenze mondiali di prendere in considerazione quelle che definiscono sanzioni mirate contro l'Iran all'avvicinarsi dello scadere dell'ultimatum Onu fissato al 30 aprile sul programma nucleare di Teheran.
I prezzi del greggio hanno raggiunto i 70 dollari al barile, il livello più alto da quasi otto mesi, dal momento che la decisione dell'Iran a perseguire il suo obiettivo fa temere ai mercati che Washington possa adottare provvedimenti militari contro la Repubblica Islamica, tra i principali produttori di petrolio.
Ma ci si aspetta che l'uso della forza venga escluso quando i cinque membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con diritto di veto - Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Cina e Russia - si incontreranno con la Germania.
Russia e Cina si oppongono fermamente alle sanzioni o all'uso della forza. Ad eccezione degli Usa, gli altri membri sono contrari a un'azione militare.
L'Iran ha detto di avere arricchito dell'uranio la settimana scorsa per alimentare i propri impianti, aumentando le tensioni nell'ambito dell'impasse con l'Occidente, che sospetta che Teheran voglia costruire una bomba atomica. L'Iran dice invece che il suo programma ha solo scopi civili.
TEHERAN (Reuters) - Gli ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) arriveranno venerdì in Iran per compiere alcune visite ai siti nucleari, fra cui l'impianto di arricchimento dell'uranio a Natanz, ha riferito oggi un alto funzionario del governo iraniano.
Le visite giungono dopo la dichiarazione della scorsa settimana del governo, che ha detto di aver arricchito per la prima volta l'uranio per l'impiego nelle centrali nucleari, alimentando i sospetti occidentali di un programma atomico nascosto.
L'Iran sostiene di volere la tecnologia nucleare per scopi civili per soddisfare la propria domanda in aumento di energia elettrica.
"Discuteremo l'arricchimento dell'uranio al 3,5%", ha detto il funzionario, che non ha voluto rivelare la propria identità.
Il capo dell'Aiea, Mohamed ElBaradei, che è stato in Iran la scorsa settimana, ha detto che gli ispettori dell'agenzia dell'Onu prenderanno dei campioni e faranno rapporto al consiglio dell'Aiea sulla veridicità dell'arricchimento dell'uranio al 3,5%.
"Il vice di ElBaradei e gli ispettori discuteranno le ultime questioni rimaste" ha detto il funzionario iraniano, definendo la visita un momento di routine negli impegni internazionali dell'Iran.
L'agenzia di stampa ufficiale IRNA ha individuato in Olli Heinonen il vice di ElBaradei. Un diplomatico ha detto che la presenza di Heinonen è indicativa del fatto che l'Iran è pronta a fornire alcune informazioni mancanti.
L'Aiea sostiene di non poter dire con certezza se il programma nucleare iraniano sia interamente pacifico, nonostante i tre anni di indagini svolte, non avendo trovato prove dei presunti tentativi di costruire un arsenale atomico.
LE CONTINUE tensioni fra Occidente ed Iran sul programma nucleare intrapreso dal presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad . Ma anche l'acuirsi delle tensioni in Nigeria, così come i timori che le scorte statunitensi siano insufficienti a fronteggiare la domanda estiva.
Questi i tre eventi che hanno fatto da sfondo alla speculazione che ha portato le quotazioni del greggio all’impennata anche sull'altra sponda dell'Oceano, spingendosi a New York sui 70 dollari, quota che non toccavano dallo scorso 31 agosto quando l'uragano Katrina si abbattè sulle coste statunitensi. E, intanto l'Opec sembra avere le mani legate: sta già pompando al massimo e non può mettere sul mercato quantità aggiuntive. Il Cartello manterrà con ogni probabilità - ha assicurato il ministro del petrolio del Qatar, Abdullah al-Attiyah - gli attuali livelli per tutto il 2006, cercando così di non gonfiare ulteriormente le quotazioni del greggio. «Credo che i prezzi siano oggi troppo alti - ha detto - ma non c'è nulla che possiamo fare. Così sale anche il prezzo del pieno di benzina. La verde ieri viaggiava in quasi tutti i distributori italiani oltre 1,3 euro al litro. Con punte di 1,334 in alcuni marchi. E ha registrato un livello che, nei week end pasquali, non aveva mai toccato portandosi in autostrada - considerando i differenziali previsti in alcune stazioni di servizio - oltre quota 1,34 euro al litro. Vale a dire 2.600 vecchie lire che per un pieno si traducono in 6 euro in più rispetto ad un anno fa.
Teheran, 18 apr . (Adnkronos/Ign) - ''L'Iran è sostenitore di una pace regionale e globale ma le forze armate iraniane sono pronte a sacrificarsi per il bene del Paese e a resistere con decisione contro ogni aggressione del nemico''. A dichiararlo a Teheran, in occasione della Giornata delle Forze Armate, è stato il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad.
''L'Iran non è una minaccia per alcuna nazione ma, se costretti, mozzeremo le mani ai nemici e gli faremo rimpiangere la loro aggressione'', ha affermato.
(Adnkronos)
SINGAPORE (Reuters) - Il prezzo del petrolio sul finire della seduta asiatica continua a macinare rialzi, dopo quello consistente di ieri, sulla scia dei timori per possibili attacchi militari contro l'Iran.
Pesa inoltre il perdurare della riduzione dell'offerta da parte della Nigeria . La riduzione di circa un quarto della produzione del Paese, che dura da metà febbraio, viene vista ancora più critica ora, a causa dell'aumento della domanda di benzine che si verificherà in estate negli Usa.
Il futures a maggio sul greggio Usa quota attorno alle ore 7,30 italiane a 70,69 dollari il barile, in rialzo di 29 centesimi dopo aver toccato un massimo di seduta a 70,77 dollari, estendendo il rialzo visto già ieri di oltre un dollaro. Il contratto si avvicina al massimo storico di 77,85 registrato lo scorso agosto in occasione del passaggio dell'uragano Katrina negli Usa.
Il futures a giugno sul Brent quotato a Londra, che diventerà il futures di riferimento da venerdى, è già arrivato a 72,37 dollari il barile e il futures corrente è stamane a 71,87, anch'esso a un massimo storico per il sesto giorno consecutivo, in rialzo di 41 centesimi.
TEHERAN - L'Iran insiste: il paese non ha alcuna intenzione di fermarsi sulla strada dell'incremento delle tecnologie nucleari.
Dopo gli avvertimenti dell'ex presidente Rafsanjani ("Se l'Iran sarà oggetto di un'aggressione, la guerra avrà le sue conseguenze") e le rivelazioni del Washington Post secondo il quale il paese starebbe preparando battaglioni di kamikaze per rispondere a eventuali attacchi, oggi l'ultimo monito arriva dal presidente Mahmoud Ahmadinejad, che avverte: le forze armate dell'Iran "mozzeranno le mani a qualsiasi aggressore".
Il presidente iraniano si è pronunciato in occasione della Giornata delle Forze armate, a pochi giorni dallo scadere dell'ultimatum (28 aprile) con il quale il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha imposto al paese di cessare qualsiasi attività relativa al programma nucleare.
"L'esercito - ha detto Ahmadinejad durente una parata militare a sud di Teheran - deve essere sempre ben equipaggiato e pronto e disporrre della tecnologia più avanzata per rispondere a qualsiasi aggressione. Il potente esercito della Repubblica islamica dell'Iran è al servizio della pace e della sicurezza e non costituisce minaccia per alcuno. Ma di fronte a un nemico - ha precisato - sarà come un meteorite, mozzerà le mani a qualsiasi aggressore e coprirà il nemico di vergogna".
Nel rivendicare per l'Iran il diritto a sviluppare il nucleare a fini civili, dopo avere vantato il successo nel processo di arricchimento dell'uranio a dispetto delle pressioni internazionali, Ahmadinejad ha aggiunto: "Noi vogliamo la pace, la sicurezza e il progresso per tutti i popoli, in particolare per i paesi della regione e per i nostri vicini".
MOSCA (Reuters) - Gli Stati Uniti oggi chiederanno alle altre potenze mondiali di prendere in considerazione quelle che definiscono sanzioni mirate contro l'Iran all'avvicinarsi dello scadere dell'ultimatum Onu fissato al 30 aprile sul programma nucleare di Teheran.
I prezzi del greggio hanno raggiunto i 70 dollari al barile, il livello più alto da quasi otto mesi, dal momento che la decisione dell'Iran a perseguire il suo obiettivo fa temere ai mercati che Washington possa adottare provvedimenti militari contro la Repubblica Islamica, tra i principali produttori di petrolio.
Ma ci si aspetta che l'uso della forza venga escluso quando i cinque membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con diritto di veto - Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Cina e Russia - si incontreranno con la Germania.
Russia e Cina si oppongono fermamente alle sanzioni o all'uso della forza . Ad eccezione degli Usa, gli altri membri sono contrari a un'azione militare.
L'Iran ha detto di avere arricchito dell'uranio la settimana scorsa per alimentare i propri impianti, aumentando le tensioni nell'ambito dell'impasse con l'Occidente, che sospetta che Teheran voglia costruire una bomba atomica. L'Iran dice invece che il suo programma ha solo scopi civili.